La Tecnica Chubbuck è uno dei metodi di recitazione più influenti e innovativi del panorama moderno, sviluppata da Ivana Chubbuck, celebre acting coach di Hollywood. Questo approccio è stato concepito per aiutare gli attori a costruire performance autentiche, emotivamente intense e psicologicamente complesse.

Ivana Chubbuck ha codificato il metodo basandosi su anni di esperienza, integrando elementi della psicologia comportamentale, della teoria degli obiettivi e delle tecniche di recitazione classiche, come il Metodo Stanislavskij, il Metodo Strasberg e il lavoro di Uta Hagen.

La peculiarità di questo metodo risiede nell’enfasi posta sul superamento degli ostacoli personali ed emotivi dell’attore per ottenere una performance carica di significato. Oggi la Tecnica Chubbuck è molto apprezzata sia nel cinema che nel teatro per la sua capacità di far emergere la verità emotiva dei personaggi.

In questo articolo ti offro un breve riassunto di quelle che sono le mie conoscenze acquisite in merito a questa tecnica, che impiego di frequente nelle mie performance attoriali.

In cosa consiste la tecnica di recitazione Chubbuck?

La Tecnica Chubbuck si articola in un processo che spinge l’attore ad esplorare le motivazioni profonde del personaggio, trovando parallelismi con le proprie esperienze personali. Questo lavoro permette di costruire una connessione reale tra l’attore e il personaggio, rendendo la performance potente e credibile.

Secondo Ivana Chubbuck, ogni personaggio ha uno scopo preciso e il compito dell’attore è di identificare e perseguire tale obiettivo, proprio come farebbe nella vita reale. Bisogna trasformare il dolore e i conflitti interiori in forza motrice per raggiungere gli obiettivi del personaggio.

La tecnica si fonda su dodici step principali che aiutano l’attore a scomporre il testo, analizzare il personaggio e integrare il tutto nella performance. Questi passaggi includono l’analisi degli obiettivi, la comprensione degli ostacoli, la connessione emotiva personale e l’uso dell’immaginazione per arricchire il personaggio.

Il libro sulla tecnica attoriale Chubbuck: una manuale rivoluzionario per la recitazione

Ivana Chubbuck ha descritto il suo metodo nel libro The Power of the Actor, una guida completa e dettagliata che spiega passo dopo passo come applicare la tecnica. Pubblicato nel 2004, il libro è diventato rapidamente un testo di riferimento per attori, registi e insegnanti di recitazione in tutto il mondo.

Nel libro, la Chubbuck non si limita a spiegare i dodici step ma esplora anche l’importanza di comprendere il sottotesto, la motivazione e la psicologia del personaggio. Utilizzando esempi tratti da scene di film famosi, l’autrice dimostra come gli attori possano utilizzare il metodo per affrontare qualsiasi tipo di ruolo, dal drammatico al comico.

Uno degli aspetti più apprezzati del libro è la sua impronta pratica. Ogni capitolo include esercizi che incoraggiano gli attori a mettere immediatamente in pratica ciò che hanno appreso, permettendo loro di sviluppare una maggiore consapevolezza delle proprie capacità e delle emozioni che portano in scena.

I 12 step della tecnica Chubbuck per una performance attoriale autentica

Vediamo ora quali sono i dodici step che compongono la tecnica Chubbuck.

1. L’Obiettivo generale (Overall Objective)

Ogni personaggio ha uno scopo principale nella sua vita. L’attore deve individuare questo obiettivo, che spesso rappresenta un desiderio profondo e universale, come il bisogno di amore, accettazione o sicurezza.

2. L’Obiettivo della scena (Scene Objective)

Ogni scena ha un obiettivo specifico che il personaggio cerca di raggiungere. Questo step richiede all’attore di identificare cosa il personaggio vuole ottenere in quella determinata situazione.

3. Gli ostacoli

Gli ostacoli sono i fattori che impediscono al personaggio di raggiungere il suo obiettivo. Possono essere interni (paure, insicurezze) o esterni (conflitti con altri personaggi).

4. La sostituzione

Questo step prevede l’utilizzo di esperienze personali dell’attore per sostituire situazioni o relazioni del personaggio. La sostituzione aiuta l’attore a creare una connessione emotiva autentica. In pratica l’attore deve collegare la scena ad un momento di vita vissuta da lui stesso, in modo da rappresentare emozioni realmente provate.

5. Il sottotesto

Il sottotesto rappresenta ciò che il personaggio pensa o sente ma non dice esplicitamente. È il cuore della performance e deve emergere attraverso le azioni e il comportamento.

6. I momenti prima (Moment Before)

L’attore esplora ciò che è accaduto immediatamente prima della scena per entrare nello stato d’animo corretto e dare continuità alla narrazione.

7. L’Oggetto interiore (Inner Object)

Questo step richiede all’attore di visualizzare immagini o ricordi specifici che evocano emozioni rilevanti per la scena.

8. Lo spostamento fisico (Physical Destination)

L’attore utilizza uno spostamento fisico o un’azione concreta per rappresentare il progresso del personaggio verso il raggiungimento dell’obiettivo.

9. L’arco (The Arc)

Ogni personaggio vive un cambiamento emotivo o psicologico nel corso della scena. L’attore deve identificare e rappresentare questo arco.

10. Il momento di rilascio (Release Moment)

Questo è il climax emotivo della scena, il momento in cui il personaggio affronta una rivelazione o una trasformazione significativa.

11. I ritmi e i livelli (Rhythm and Levels)

Una performance efficace richiede variazioni di ritmo e intensità. L’attore esplora diverse dinamiche per mantenere viva l’attenzione del pubblico.

12. L’agire sul desiderio (Action Through Emotion)

L’emozione non è fine a sé stessa; deve guidare il personaggio verso un’azione. Questo step è fondamentale per rendere la performance attiva e coinvolgente.

Perché studiare e mettere in pratica la tecnica Chubbuck

La Tecnica Chubbuck offre un approccio strutturato ma altamente personale alla recitazione. Gli attori che utilizzano questo metodo non si limitano a interpretare un personaggio, ma lo vivono, trasformando ogni scena in un’esperienza autentica e memorabile.

Questo metodo è particolarmente utile per affrontare ruoli complessi o emotivamente intensi, ma si adatta anche a interpretazioni più leggere, grazie alla sua enfasi sull’azione e sul superamento degli ostacoli. La Tecnica Chubbuck non è solo uno strumento per gli attori, ma una filosofia che incoraggia a trasformare le sfide della vita in opportunità di crescita e di espressione artistica.

Differenze fra il Metodo Chubbuck e il Metodo Stanislavskij

La Tecnica Chubbuck e la Tecnica Stanislavskij (di cui vi ho parlato in un precedente articolo) sono entrambe metodologie di recitazione che mirano a creare interpretazioni autentiche e coinvolgenti, ma si distinguono per i principi fondamentali, gli approcci e gli obiettivi pratici.

La Tecnica Stanislavskij si concentra sull’idea di vivere il momento e sull’autenticità dell’emozione. Stanislavskij voleva che gli attori credessero realmente nella situazione del personaggio e vivessero ogni scena come se fosse reale, cercando la verità scenica.

La Tecnica Chubbuck punta al superamento delle emozioni. Ivana Chubbuck incoraggia gli attori a usare il dolore e le emozioni personali per alimentare le azioni del personaggio, concentrandosi su come trasformare gli ostacoli emotivi in forza per raggiungere un obiettivo. È più focalizzata sull’azione che sull’emozione in sé.

Stanislavskij incita all’uso della memoria emotiva, dove l’attore richiama ricordi personali per rivivere emozioni specifiche necessarie al personaggio. Tuttavia, questo approccio può essere più passivo, poiché l’attore rischia di rimanere nell’emozione senza necessariamente tradurla in azione.
Chubbuck invece integra la memoria emotiva ma in modo attivo, focalizzandosi su come le emozioni influenzino le decisioni e le azioni del personaggio. L’emozione deve essere un motore per perseguire un obiettivo, rendendo il personaggio dinamico e determinato.

Anche per quanto riguarda la struttura, i due approcci differiscono. La tecnica Stanislavskij non è rigidamente strutturata e si basa sull’introspezione e sull’improvvisazione guidata, adattandosi alle esigenze dell’attore e della scena. La tecnica Chubbuck invece segue una struttura chiara e codificata in 12 step, dal lavoro sull’obiettivo alla costruzione del sottotesto, fino al climax emotivo. Questo rende il metodo più analitico e sistematico, adatto agli attori che preferiscono una guida concreta per il loro processo creativo.

Entrambi i metodi offrono strumenti preziosi per gli attori, e molti professionisti combinano elementi di entrambi per creare performance uniche e potenti. La tecnica Stanislavskij è molto utile
per le recitazioni moderni (come il Metodo Strasberg e Meisner). Spesso è utilizzata per ruoli drammatici e richiede un tempo di preparazione più lungo, in quanto si focalizza sull’esplorazione interiore. Il metodo di Chubbuck invece si presta particolarmente bene ai ritmi veloci di produzioni cinematografiche e televisive, dove l’attore deve essere in grado di creare immediatamente connessioni emotive e azioni dinamiche. È pensata per chi lavora sotto pressione e ha bisogno di risultati rapidi e incisivi.

Vediamo ora un esempio di tecnica Chubbuck applicata alla rappresentazione di una scena comica.

Un esempio di tecnica Chubbuck applicata ad una scenetta comica

Il personaggio principale, Sophie, è una segretaria. Per errore ha inviato al capo una mail che in realtà era indirizzata ad un suo collega. In questa email critica il capo con con toni pungenti e un po’ buffi. Ora sta cercando di entrare nel computer del capo per cancellare quella mail.

La scena si svolge nell’ufficio del capo, che non c’è. È tardo pomeriggio, tutti hanno finito il turno di lavoro ma Sophie si è intrattenuta di più per poter entrare furtivamente nell’ufficio del capo e cancellare la mail. Durante questa sequenza, le sue azioni sono interrotte dall’ingresso dell’addetto alle pulizie, il vecchio John, che la mette ancora più in difficoltà con domande sul meteo, sulla sua salute, sui suoi problemi intestinali, sulla partita di calcio attesa in serata.

John non conosce il funzionamento del computer, né tanto meno i metodi di lavoro d’ufficio, quindi non capisce che Sophie sta facendo qualcosa di proibito (usare il computer del capo). D’altro canto Sophie deve dimostrarsi disinvolta e non far trapelare che sta facendo qualcosa di punibile.

Applicazione dei 12 Step

  1. L’obiettivo generale
    Sophie vuole sentirsi rispettata e competente, desiderando che il capo la consideri una segretaria impeccabile, fedele e rispettosa.
  2. L’obiettivo della scena
    Evitare che il capo scopra l’errore, eliminando la mail dal suo computer a tutti i costi.
  3. Gli ostacoli La sua paura di essere licenziata, l’ansia di essere scoperta, il collega curioso che continua a distrarla con domande e il fatto che non conosce bene il funzionamento del computer del capo
  4. La sostituzione
    L’attore può sostituire le sue emozioni nella scena con un momento reale in cui si è sentito in difficoltà o ha temuto di essere giudicato per un errore (ad esempio, un’esperienza lavorativa o scolastica personale). Questo permette di connettersi emotivamente con il personaggio.
  5. Il sottotesto
    Anche se Sophie cerca di mostrarsi tranquilla e risponde gentilmente a John, il suo vero pensiero è di risolvere il problema il prima possibile.
  6. I momenti prima
    Prima che inizi la scena, Sophie ha appena letto la mail e si è resa conto dell’errore. Questo le ha provocato panico e senso di urgenza.
  7. L’oggetto interiore
    Può visualizzare l’immagine del capo arrabbiato o della scena immaginaria di lei che viene licenziata davanti a tutti i colleghi. Questo intensifica il senso di urgenza e rende più autentiche le sue azioni. Ora si trova ad un bivio: se non riuscirà a cancellare la mail, verrà punita dal capo che leggerà il contenuto. Se John dicesse al capo che l’ha vista usare il suo pc, verrà punita comunque. Se invece riuscirà a cancellare la mail e ad evitare che John si insospettisca, sarà salva.
  8. Lo spostamento fisico
    Il suo obiettivo fisico è il computer del capo. Ogni sua azione (muoversi nervosamente, digitare alla tastiera, cercare di capire la password) è guidata dalla necessità di raggiungere questo scopo.
  9. L’arco
    La scena inizia con Sophie nel panico, che cerca disperatamente una soluzione. Con l’intervento di John, la sua ansia cresce, trasformandosi in una commedia tragica. Deve trovare un modo creativo (e comico) per distrarre John e continuare il suo piano. In realtà alla fine John si rivela la chiave per risolvere la situazione. Sophie infatti trova la password del capo per accedere al pc: è scritta su un quaderno riposto nel cassetto della scrivania. Tuttavia non riesce a decifrarla perché è scritta a mano dal capo. Capisce bene solo le cifre “2019”. Il simpatico e logorroico John la aiuta inconsciamente: parlando della sua squadra di calcio preferita che giocherà la sera stessa, le dice che è la stessa squadra preferita del capo. Sophie ha un’illuminazione: ora comprende la parola contenuta nella password: è “Tottenham”, la squadra di calcio inglese! La password è Tottenham2019 e il 2019 è l’anno in cui la squadra è arrivata in finale di Champions League!
  10. Il momento di rilascio
    Il climax emotivo avviene quando Sophie si accorge di aver risolto i due problemi: allontanare John, entrare nel pc e cancellare la mail.
  11. I ritmi e i livelli Ritmo veloce e caotico quando Sophie si affanna per risolvere il problema. Ritmo più lento e tensione crescente quando appare John e le fa domande. Momenti di pausa e riflessione interiore per sottolineare espressioni comiche o situazioni assurde.
  12. L’agire sul desiderio
    Ogni emozione di Sophie (paura, frustrazione, ansia) guida le sue azioni: cercare di digitare velocemente e inventare scuse per distrarre John.

Il Diario Emotivo

Ogni obiettivo, sia quello complessivo che quello di scena, deve avere un legame con la sceneggiatura, ma anche con le emozioni interne dell’attore. Per individuare l’obiettivo giusto ti consiglio di eseguire l’esercizio del diario emotivo. Come funziona?
Si parte da una domanda, ad esempio “Voglio che tu ti innamori di me perché…”. A questo punto, si lascia fluire il flusso di parole che nascono dall’inconscio. Se ciò che scrivi ti tocca emotivamente e senti che parte dalla “pancia” (cioè dalle emozioni profonde) e non dalla mente razionale, allora hai trovato l’obiettivo giusto.

La tecnica Chubbuck aiuta anche a comprendere, attraverso la sceneggiatura, i bisogni del personaggio, anche quando non sono esplicitamente indicati nel copione. Ad esempio, se il personaggio che interpreti è una persona con problemi di dipendenze, devi considerare che la dipendenza provoca una sensazione di piacere quasi orgasmico. Ma perché una persona dovrebbe ricorrere ad una dipendenza per ottenere una sensazione che il corpo è in grado di generare naturalmente? Probabilmente, nella sua vita ha vissuto un’esperienza traumatica che l’ha portata a perdere la capacità di provare piacere con il proprio corpo. Di conseguenza, cerca quella sensazione altrove.

10 suggerimenti per applicare correttamente la tecnica

Concludo questo approfondimento, offrendoti dieci suggerimenti per imparare al meglio la tecnica Chubbuck.

  1. Lo scopo primario tuo e del tuo personaggio deve riflettere quel viaggio dell’eroe che tutti possano apprezzare, coinvolgendo lo spettatore a livello emotivo e narrativo.
  2. Non interpretare un personaggio, ma diventa il personaggio. Solo così potrai essere sempre presente in scena, vivendo con autenticità le sue esigenze e motivazioni reali.
  3. Evita di vittimizzarti. Nella vita reale a nessuno piace chi si arrende o fa la vittima, e lo stesso vale sul set o in teatro. Il pubblico ama chi lotta per superare gli ostacoli, non chi si arrende alle prime difficoltà.
  4. Esalta i difetti, i timori e le insicurezze del personaggio. Tutti noi li abbiamo, e il tuo personaggio non fa eccezione. Rendi queste caratteristiche un punto di forza, trasformandole in ciò che lo rende unico.
  5. Evita la tristezza, perché genera pigrizia. Al contrario, lascia che sia la rabbia a guidarti: è una potente “benzina” che ti permette di compiere azioni straordinarie, che normalmente non faresti.
  6. Inserisci umorismo anche nei testi drammatici. L’umorismo alleggerisce l’esperienza dello spettatore, creando una connessione più profonda e rendendo il racconto più completo ed efficace.
  7. La sessualità è un elemento fondamentale. Aiuta a creare un legame profondo con la controparte in scena, rendendo più autentiche le interazioni. Questo può determinare il successo di un film o di uno spettacolo. Il sesso è un linguaggio universale: supera le barriere linguistiche, culturali e religiose, unendo visceralmente le persone e connettendoci alla parte più intima di noi stessi. Ricorda: il pubblico è attratto da chi suscita fascino e desiderio ed è proprio questo che lo spinge a volerti vedere ancora.
  8. Buttati, rischia e supera la tua zona di comfort. Sia tu che il pubblico vi nutrite del coraggio di una scelta audace. L’arte è anche il coraggio di osare, quindi non mettere limiti alla tua immaginazione.
  9. Fai attenzione ai dettagli. Sono i particolari a fare la differenza e a renderti memorabile agli occhi del pubblico.
  10. Studia costantemente. Il talento, da solo, non è sufficiente. Per emergere, è indispensabile una solida formazione e un impegno costante nello studio.

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Categorie: Teatro